viernes, 27 de enero de 2012

RIDATECI L'AQUILA, personale fotografica di Gigi Cappabianca




Ridateci L’Aquila
Personale di Fotografia
Di
Gigi Cappabianca
Dal 5 al 30 gennaio 2012
San Sebastiano, via Municipio 14
Barletta
Dalle 20 alle 24, martedì escluso.
Info 368/7722790
Ingresso libero


RIDATECI L’AQUILA
(testo di Alessandra Del Vecchio)


Esistono molti modi per raccontare una storia, per descriverne i dettagli e mostrare al pubblico quelli più toccanti e fondamentali per capire. La fotografia è un modo assai efficace e che può essere facilmente letto da chiunque perché è diretta e, pur lasciando spazio alle interpretazioni grazie alla sua essenza artistica ed estetica, non può generare equivoci.
Fotografia che deve quindi essere non solo esercizio artistico, ma strumento di verità per descrivere, ad esempio, un’Italia che soffre, attraversata da disastri edilizi imminenti o accaduti, sfiancata da un’imperante criminalità che, in questo settore come in nessun altro, ha compromesso irrimediabilmente il dialogo con la natura E quest’ultima se ne risente, manifestando la sua impossibilità a convivere col cemento, con l’arroganza umana che si ostina a far arrampicare intere cittadine sui piedi delle montagne con i mezzi sbagliati, sfidando oltre che il buon gusto, le sue semplici leggi. Quelle che nessuno difende, quelle che la natura è costretta a far rispettare con i soli mezzi che possiede: i disastri.
Per non dimenticare una storia dolorosa come quella de L’Aquila, ancora in attesa di risposte e di giustizia, una mostra del fotografo Gigi Cappabianca è in corso a Barletta; Ridateci L’Aquila è il titolo di una serie di immagini che danno vita alla personale dell’artista che ha visitato quei luoghi prima e dopo il terremoto del 2009 e che mostrano una città abbandonata e in rovina, tenuta in piedi da cinghie, puntelli, cavi e soluzioni di fortuna vere e proprie nel centro storico, ma completamente distrutta nel restante centro abitato dove, i palazzi moderni, costruiti senza rispettare le norme antisismiche, sono crollati inesorabilmente dai piani superiori, addosso a chi dormiva e non sapeva di vivere in luoghi non sicuri. Una notte che non può e non deve essere dimenticata, perché c’è stato chi ha perso la vita ingiustamente e chi ne ha tratto profitto dietro enormi menzogne. E di questo non possiamo essere indifferenti. I media ci hanno assuefatti con racconti strazianti e, come per tante altre notizie, il dolore degli altri ci scivola addosso perché non si ha tempo, perché non si ha voglia di intristirsi, perché “ognuno ha già i suoi di problemi”.
Ma l’indifferenza è crimine e l’omertà la conseguenza. La desolazione, le strade deserte, gli appartamenti “aperti” da squarci nelle mura, gli oggetti personali delle vite quotidiane privati della propria dimensione e ancora, dopo quasi tre anni, in attesa di ritornare ad essere privati e intimi, il dolore che trasuda dalle immagini in mostra è talmente vivo e reale che non si può ignorare. Nel giusto silenzio di una passeggiata tra immagini fotografiche, soffermandosi su ciò che ci dicono e ci mostrano si può ritrovare interesse e ritornare a essere sensibili, recuperando il proprio ruolo nella società. Che deve essere attivo e mai passivo e annoiato.
In un paese in cui dilaga la mania perversa di raggiungere il luogo di un disastro per farsi fotografare con alle spalle la rovina e la testimonianza di morte, forse è il momento di recuperare il ruolo dell’arte. Ridateci L’Aquila ma non solo, ridateci la possibilità di riflettere, di piangere, di sentire il dolore altrui, attraverso l’arte.
Chè da ridere c’è ben poco.

Classe 1964, fotografo da sempre, Gigi Cappabianca vive e lavora a Barletta, dove è tra i membri fondatori di diverse associazioni, tra cui Punto Focale, e partecipa alla creazione di diversi progetti, da eventi musicali a corsi di fotografia per dilettanti.
Un impegno costante in quella che è forse molto più di una semplice passione, ma una vera e propria necessità che lo spinge a imprimere tutto quello che passa quotidianamente davanti ai suoi occhi (a volte anche di lato, o alle spalle!) e che costituisce un ricchissimo archivio storico della città e della sua storia contemporanea, dagli anni Ottanta a oggi.
Ogni sua esperienza vissuta, personale o collettiva, è testimoniata da immagini il cui marchio inconfondibile è nella scelta del dettaglio, della luce, degli sguardi di chi è ritratto, di un momento immobile, ma solo per quell’istante che lui ha saputo cogliere. Alla sua seconda personale, di sicuro in camera oscura riserva ancora moltissime sorprese e storie da raccontare. O da ricordare.

Ridateci L’Aquila è ideata dall’Associazione Punto Focale, con il patrocinio della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, ed è visitabile fino al 30 gennaio presso il pub e circolo culturale San Sebastiano, in via Municipio 14 a Barletta, dalle ore 20 alle ore 24, escluso il martedì.